2025-03-18

Le claw back clauses nel compenso variabile degli amministratori in Spagna

Pavia e Ansaldo Studio Legale

Avv. Javier Vicente

Immaginiamo una società a responsabilità limitata che promette al proprio amministratore un bonus annuale nel caso in cui riesca ad aumentare le vendite del 20%. L’amministratore apparentemente raggiunge l’obiettivo nel 2024 e la società gli corrisponde il bonus all’inizio del 2025. Tuttavia, alcuni mesi dopo, a seguito di alcune verifiche ed aggiustamenti, viene accertato che l’incremento delle vendite del 2024 è stato, in realtà, inferiore al 20% e che, di conseguenza, il bonus non avrebbe dovuto essere corrisposto. La società può recuperare l’importo indebitamente versato?

Negli ultimi anni è diventato sempre più rilevante introdurre meccanismi di controllo volti ad allineare gli incentivi degli amministratori con l’interesse della società, come l’introduzione di compensi variabili (bonus) legati al raggiungimento di determinati obiettivi. Non è infatti raro che una parte della remunerazione dell’amministratore sia collegata a determinati parametri contabili annuali, come ad esempio l’ebitda o, come nell’esempio, un determinato obiettivo di vendite.

Tuttavia, può accadere, como nel caso sopra citato, che all’amministratore venga corrisposto un compenso variabile calcolato su dati che successivamente si rivelano inesatti, circostanza che potrebbe emergere, ad esempio, in seguito alla revisione del bilancio annuale da parte del revisore.

Per affrontare questo tipo di situazioni, esistono le cosiddette claw back clauses, che consentono alla società di richiedere la restituzione di un compenso variabile già corrisposto all’amministratore, qualora il pagamento non sia stato effettivamente giustificato dalla reale performance o sia stato effettuato sulla base di dati che in un momento successivo si sono rivelati inesatti.

In altre parole, il claw back mira a recuperare un incentivo corrisposto in eccesso quando si accerta che le condizioni per ottenerlo non siano state effettivamente soddisfatte. Ciò distingue le claw back clauses dalle clausole di malus, che invece consentono alla società di non corrispondere o di ridurre il compenso variabile prima che venga erogato, anche se già maturato.

Sebbene la previsione di claw back clauses sia una pratica raccomandata dall’autorità spagnola per la vigilanza dei mercati finanziari (CNMV) per le società quotate e obbligatoria per le entità bancarie in forza della loro specifica regolamentazione, non è altrettanto frequente nelle società a responsabilità limitata ordinarie. Tuttavia, è possibile prevederle adottando le dovute cautele.

A tal fine, il primo elemento da considerare è che la normativa societaria spagnola (LSC) stabilisce che l’incarico di amministratore è gratuito, a meno che lo statuto sociale non preveda diversamente, determinando il sistema di remunerazione.

A sua volta, se lo statuto prevede un sistema di remunerazione, devono essere specificati in modo chiaro i concreti elementi retributivi, che possono consistere in un compenso fisso, indennità di assistenza e/o, tra gi altri, compensi variabili basati su indicatori o parametri generali di riferimento.

Pertanto, tra le forme di compenso variabile, potrebbe essere previsto un bonus subordinato al raggiungimento di determinati obiettivi di rendimento, soggetto a una claw back clause. Va inoltre considerato che, in conformità alla normativa vigente, il sistema di remunerazione adottato deve includere misure di salvaguardia adeguate a prevenire l’assunzione di rischi eccessivi e la ricompensa di risultati negativi.

Per evitare potenziali conflitti, è comunque opportuno adottare i necessari accorgimenti qualora si voglia prevedere un meccanismo di claw back. Sarebbe quindi consigliabile disciplinarlo espressamente nello statuto e nel contratto che regola il compenso dell’amministratore, definendo in modo chiaro e dettagliato le circostanze che potrebbero dar luogo alla sua applicazione.

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