2025-04-11

Stabile organizzazione occulta, sanzioni penali e tax control framework: la nuova frontiera della compliance aziendale

Avv. Giovanna Amato

L’evoluzione della normativa fiscale e penale in Italia sta ponendo le imprese di fronte a nuove sfide nella gestione della loro compliance aziendale. In particolare, l’aumento dei controlli sulle stabili organizzazioni occulte (SOO) ha reso essenziale l’adozione di strumenti di compliance fiscale per evitare contestazioni e pesanti sanzioni.  

Si ha stabile organizzazione occulta quando un’azienda opera stabilmente in Italia senza dichiarare la sua presenza fiscale, eludendo così gli obblighi tributari. Questo fenomeno può portare a gravi conseguenze penali, poiché la mancata dichiarazione dei redditi generati in Italia può configurare il reato di evasione fiscale (art. 5 D.Lgs. 74/2000), punibile con la reclusione fino a sei anni. Inoltre, con la riforma del D.Lgs. 231/2001, le società stesse possono essere chiamate a rispondere di questi reati, rischiando sequestri patrimoniali, sanzioni pecuniarie e misure interdittive.  

Il tax control framework: una difesa strategica 

Per prevenire il rischio di contestazioni, le imprese devono dotarsi di un Tax Control Framework (TCF), un sistema di gestione e monitoraggio del rischio fiscale che permette di dimostrare trasparenza e correttezza nelle operazioni aziendali.  

Un TCF efficace deve includere:

– analisi dei rischi fiscali legati alla presenza in Italia e alla gestione dei rapporti infragruppo;  

– monitoraggio continuo dei flussi finanziari e della governance per evitare la qualificazione di una SOO non dichiarata;

– documentazione chiara e strutturata delle transazioni transfrontaliere per dimostrare la corretta allocazione dei redditi;

– interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate attraverso strumenti di cooperative compliance, per ridurre il rischio di accertamenti.

L’adozione di un TCF non solo aiuta le aziende a prevenire il rischio di sanzioni, ma permette anche di ottenere un maggiore livello di certezza giuridica e fiscale, fondamentale per operare in un contesto sempre più regolamentato.

Compliance 231: la chiave per la tutela dell’impresa

Oltre agli aspetti fiscali, la gestione del rischio penale è diventata una priorità per le imprese. Il D.Lgs. 231/2001 ha esteso la responsabilità amministrativa delle società ai reati tributari, rendendo necessario adottare un Modello 231 che preveda specifiche misure per la prevenzione dell’evasione fiscale.  

Un sistema di compliance efficace deve includere:

– protocolli interni per la gestione del rischio fiscale, con procedure chiare per evitare pratiche illecite;  

– un organismo di vigilanza attivo, in grado di monitorare e segnalare potenziali violazioni;

– sistemi di whistleblowing, divenuti obbligatori con il D.Lgs. 24/2023, per incentivare la segnalazione di irregolarità fiscale;

– audit e formazione periodica del management, per garantire che tutte le funzioni aziendali siano allineate ai più recenti sviluppi normativi.  

Prevenire per proteggere il business 

L’aumento dei controlli sulle stabili organizzazioni occulte e l’inasprimento delle sanzioni rendono essenziale per le aziende adottare un approccio proattivo alla compliance fiscale e penale. Integrare un Tax Control Framework con un solido Modello 231 significa ridurre il rischio di contestazioni, migliorare la governance aziendale e garantire maggiore sicurezza giuridica.  

In un contesto in cui le autorità fiscali stanno rafforzando la lotta all’evasione internazionale, la trasparenza fiscale e la conformità normativa non sono più solo un obbligo, ma un elemento strategico per la sostenibilità e la crescita dell’impresa.

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