Golden Power in Italia: si potrebbe arrivare a controllare alcuni investimenti spagnoli?
In qualità di professionisti che operano da anni in Spagna e in Italia, l’attuale situazione di crisi derivante dall’emergenza sanitaria da covid-19 ha posto sfide costanti per chi di noi lavora in entrambi i Paesi, ma le rispettive autorità nazionali hanno proposto diverse soluzioni per affrontare queste sfide.
Nel caso dell’Italia, sia la stampa nazionale che quella internazionale hanno dato risonanza alle misure con cui il paese ha affrontato l’attuale situazione di emergenza sanitaria; in particolare alcune delle misure adottate sono risultate particolarmente rilevanti per le imprese spagnole.
Ci riferiamo specificamente al cosiddetto Golden Power, ovvero il potere delle autorità italiane di controllare alcuni investimenti effettuati all’interno dei propri confini quando eseguiti da soggetti stranieri – imponendo condizioni specifiche per le operazioni societarie o impedendo la compravendita di partecipazioni o azioni di determinate società.
Nel caso in esame, il Decreto Liquidità, approvato il 6 aprile 2020, prevedeva, per un periodo transitorio e fino al 31 dicembre 2020, che ogni soggetto straniero dovesse notificare l’acquisizione di partecipazioni di controllo – in linea generale, concedendo la maggioranza dei voti all’interno di una società o comunque un’influenza dominante per voti o legami contrattuali – appartenenti a società attive nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, nonché ad altre considerate strategiche dalla normativa europea – principalmente infrastrutture e tecnologie critiche, forniture essenziali e informazioni e mezzi sensibili – e nel settore finanziario e assicurativo.
Sebbene il precedente regime sia ancora considerato transitorio, lo scorso dicembre il governo italiano ha deciso di prorogarlo fino al 30 giugno 2021. Inoltre, ha approvato due decreti (decreto n. 179/2020 e decreto n. 180/2020) volti a determinare più specificamente l’ambito di applicazione del Golden Power ed entrati in vigore il 14 gennaio 2021.
Il primo specifica quali sono i beni appartenenti a settori di importanza strategica nazionale, che includono le infrastrutture critiche, siano esse fisiche o virtuali, tra cui l’energia, i trasporti, l’acqua, la salute, le comunicazioni, i media, il trattamento o l’archiviazione di dati, le infrastrutture aerospaziali, di difesa, elettorali o finanziarie, e le strutture sensibili, nonché gli investimenti in terreni e immobili fondamentali per l’utilizzo di tali infrastrutture.
Il secondo, a sua volta, aggiorna e individua ulteriori asset di importanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni elettroniche.
Queste misure vanno viste nell’ottica dell’attuale contesto politico ed economico in cui si trovano l’Italia e l’Europa e sono destinate ad essere transitorie. Per questo motivo le aziende spagnole non devono perdere fiducia e smettere di investire in Italia in settori considerati strategici, ma dovranno ricevere la consulenza adeguata per garantire che il loro investimento arrivi dove deve consentendo il miglioramento, anno dopo anno, delle relazioni commerciali tra Spagna e Italia.
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