BAKER MCKENZIE
QUOTA 100: ecco la nuova misura pensionistica introdotta dalla Legge di Bilancio 2019
Fra le numerose novità previste dalla legge per il bilancio 2019, entrata in vigore il 1° Gennaio 2019, il Governo introduce, in ambito previdenziale, la c.d. “Quota 100”.
“Quota 100” è una revisione parziale della Legge Fornero, introdotta nel 2011.
A seguito della pubblicazione da parte del Ministero del Lavoro della bozza del decreto-legge attuativo, sono noti i dettagli (che a seguito dell’adozione del testo definitivo potrebbero essere modificati) di tale misura pensionistica. Coloro, infatti, che sono iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata potranno accedere al pensionamento anticipato con un’anzianità lavorativa che, sommata all’età anagrafica, ammonti a 100.
A tal riguardo, i criteri di accesso alla pensione prevedono una soglia minima di età di 62 anni (successivamente adeguata agli incrementi alla speranza di vita), a fronte di 38 anni di contribuzione. Coloro che incontreranno tali requisiti potranno andare in pensione fino a cinque anni prima rispetto ai requisiti di anticipo (42 anni e 10 mesi anche nel 2019) o di vecchiaia (67 anni).
“Quota 100” è una misura sperimentale ed è prevista solo per il triennio 2019-2021, al termine del quale si ipotizza, inoltre, l’introduzione della c.d. “Quota 41”, che prevede il pensionamento anticipato con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Questa misura si applica ai privati, che hanno maturato i requisiti entro il 1° Gennaio 2019, a decorrere dal 1° Aprile 2019, con finestre di uscita trimestrale, e ai dipendenti pubblici, che hanno maturato i requisiti entro il 31 Marzo 2019, a decorrere dal 1° Luglio 2019, con finestre di uscita semestrale. Infatti, una volta che i dipendenti del settore privato e gli autonomi hanno presentato la domanda all’Inps e hanno ottenuto la certificazione dei requisiti, sarà necessario aspettare tre mesi per la prima finestra mobile di uscita. Per dipendenti pubblici, invece, è previsto un preavviso di pensionamento di tre mesi all’amministrazione di appartenenza e, una volta ottenuto il via libera dall’Inps, i richiedenti dovranno aspettare ulteriori tre mesi per incassare il primo assegno.
Secondo i dati Inps, i fondi previsti dal Governo per “Quota 100” sono pari circa a 4 (in precedenza, 6,7) miliardi per il 2019 e il numero di lavoratori che decideranno di godere di questa misura ammonterebbe a circa 250 mila.
Bisogna però tenere conto del disincentivo all’anticipo pensionistico che tale misura prevede: il divieto di cumulo dei trattamenti previdenziali con forme di reddito da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di complessivi 5.000 euro lordi annui.
In relazione a “Quota 100”, alcune critiche sono già state sollevate. Sopra tutto, è stato sottolineato da molti come possa essere un disincentivo al prepensionamento il fatto fisiologico che a pensione anticipata corrisponda necessariamente una pensione con importo ridotto. In effetti, lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio durante l’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha affermato che chi andrà in pensione con la “Quota 100” vedrà la propria pensione lorda decurtata tra il 5 e il 30 per cento, a seconda degli anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla Legge Fornero.
Certamente però si dovrà attendere l’applicazione concreta per poter comprendere se effettivamente questa manovra avrà o meno successo.
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